15 Mar Portinerie di quartiere- ampliano le loro funzione e ridefiniscono il loro ruolo all’interno del quartiere.
Portineria di quartiere- Gli esordi

Le portinerie hanno sempre avuto un ruolo importante nella vita sociale di un palazzo, ma negli ultimi anni si è fatta strada l’idea di ampliare le sue funzioni e ridefinire i confini del concetto stesso di portineria. Nasce così in Francia nel 2015, più precisamente a Parigi, la prima portineria di quartiere. Lulu dans ma rue crede fermamente che le persone e il legame tra loro debba tornare a essere il focus di ogni quartiere del mondo: “Stiamo raggiungendo i limiti di una società di servizi spinta da un marketing e una produttività eccessivi che spersonalizza i servizi forniti: è tempo di fare spazio a rapporti umani autentici e di fiducia nel mio quartiere. a rete di chioschi di Lulu dans ma rue offre oggi diversi servizi utili di prossimità che aiutano chi
vive in quartiere ad affidarsi a professionisti di fiducia creando nuove opportunità e relazioni. Tutti abbiamo sognato di avere a portata di mano qualcuno che possa aiutarci con gli impegni della quotidianità, come le pulizie, la passeggiata fuori con il cane, il ritiro di un pacco, il montaggio di un mobile o la cura delle piante quando non ci siamo, e oggi basta un click per ricevere assistenza dal portiere di quartiere che metterà a disposizione le sue competenze o quelle di qualcuno all’interno del quartiere. Un bel esempio di micro-welfare che si è diffuso prima in Francia (in meno di un anno 11.000 clienti, 3.596 servizi richiesti e 120 proposte di nuove aperture solo a Parigi), poi in tutta Europa e lungo la nostra Penisola.
La portineria di quartiere in Italia.
Diverse città hanno visto nascere le portinerie di quartiere ridefinendo il concetto stesso di portineria. Da Milano a Bari queste piccole realtà sono in perenne crescita e ognuna di loro ha la sua ricetta vincente. Esistono portinerie sociali come Caffè Portineria, Portineria 21, Portineria 14 e Hug che hanno scelto la formula bar-portineria , mentre la scommessa di Cocodé a Novara è stata quella di inserire l’iniziativa all’interno di un centro commerciale, un tempo “non luogo” e oggi luogo di aggregazione. Base Milano si candida ad hub informativo e di servizi per i residenti della zona dell’ex polo Ansaldo, mentre Torino rilancia con il progetto Toc Toc, 4 portinerie in giro per la città che offrono servizi alla comunità e alla persona con particolare attenzione ai cittadini più anziani. A Monza c’è Sèm chi, la prima portineria della città gestita da Chiara e Fiorenza che fornisce anche assistenza tecnologica ai meno giovani. “Portinerie di quartiere-Avamposto di comunità” è il progetto che il Csv di Venezia sta sperimentando in rete con alcune organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale, per promuovere azioni di contrasto alla “solitudine involontaria” dovuta al fenomeno dell’impoverimento. Infine nella città di Genova troviamo l’associazione “Il portiere di quartiere” che offre molti servizi alle persone che decidono di aderire al progetto e tesserarsi. Al piccolo costo di 20 euro infatti, si accede a ogni servizio utile alla persona, sia a domicilio che su appuntamento a costi bassi e accessibili. Ognuna con il proprio tratto distintivo che si diversifica a seconda del quartiere in cui si trova, la portineria urbana, sceglie di diventare un punto di riferimento per tutta la comunità.

No Comments